Villa Foscari - Malcontenta ( Venezia ) |
Siamo in una delle massime estensioni dell’architettura del Palladio perché siamo di fronte ad una villa importante, vicino a Venezia, facilmente raggiungibile attraverso il canale che scorre di fronte ad essa. Si differenzia dalle precedenti soprattutto per due facciate completamente diverse: la facciata principale e quella posteriore , che poi vedremo. La facciata principale si erge su un altissimo basamento, realizzato utilizzando materiali diversi: la pietra e il mattonato. Questo anche per creare in gioco di luminescenze e di colorismo diverso.
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L’alto basamento ha esclusivamente una motivazione pratica, essendo nell’ansa di un canale, naturalmente legato alla possibilità di esondazioni. Con questo sistema, quindi, si tenta di evitare eventuali danni alle stanze del piano nobile. Ecco che da una necessità di ordine pratico nasce una modulazione diversa nella costruzione della villa con questo alto zoccolo, questa alta platea che stacca il colonnato dal piano di campagna, alla quale la villa non è collegata da una imponente scalea, come siamo stati finora abituati, ma da due modeste e innovative scale laterali, prive di qualsiasi protezione: le cosiddette scale ad “ U “, a spigolo vivo ed a vista. Questa scelta estremamente particolare permette di mantenere libera la facciata, in modo tale da rendere visibili gli ambienti, le aperture, i coronamenti delle aperture sottostanti. In particolare, poi, la villa si caratterizza per un bugnato gentile su tutta la facciata e per essere cinturata, chiusa quindi da una cintura continua, da una prima cornice e sopra ad essa dalla cornice marcapiano, che divide il piano principale dal mezzanino soprastante. Abbiamo anche un altro motivo molto particolare: il timpano, che viene reiterato, ripetuto con un timpano più piccolo che viene proposto nella falda del tetto. Vediamo poi la facciata posteriore: stranamente diversa, tanto da far pensare faccia parte di un’altra costruzione, quindi difficilmente prevedibile. |
Nuova quindi rispetto a tutto ciò che Palladio ci ha proposto fini ad ora. Rivediamo gli elementi comuni: la grande fascia marcapiano, cornice che omogeneizza la costruzione, che torna anche nel marcapiano che divide il piano nobile dal mezzanino ma se nella zoccolatura che dall’altra parte risultava molto più evidente per l’aggetto del pronao, qui praticamente si svolge tutta sullo stesso livello, rendendosi meno evidente. Le coronometrie vengono invece rispettate.
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Totalmente diverso è l’impianto del blocco centrale della facciata, soprattutto perché manca l’aggetto del pronao e mancano le colonne. Ecco allora l’idea Palladio: nell’altezza della facciata dove prima c’erano le colonne, ricava due piani luministici. Abbiamo infatti le tre grandi finestre in asse con gli intercolumni della facciata opposta con due finestre laterali più piccole e sopra, per completare l’altezza del pronao, non potendo, non volendo pensare a finestroni, duplica con la cosiddetta finestra termale, finestra che poi verrà facilmente ripresa soprattutto nelle costruzioni ecclesiastiche del Palladio. Ma come se non bastasse questa diversità tra le due facciate opposte, Palladio ripropone il timpano, che però spezza, creando un’altra variazione all’interno della facciata. Ma oltre tutto, nella centina, nel punto in cui avrebbe dovuto esserci la chiave di volta dell’arco, la pietra che tiene in asse ed organizzato tutto l’arco, inserisce, quasi a creare un motivo decorativo all’interno della trabeazione, uno stranissimo finestrino, che però concorre a trasmettere più luce nel salone. |
All’interno vedete lo straordinario salone a croce del piano nobile, salone passante, che si allarga ai lati quasi a formare una croce, e come la soluzione delle doppie finestre crei una luminosità straordinaria. Per nostra fortuna questo salone mantiene ancora i pavimenti in veneziano originale e le decorazioni della seconda metà del cinquecento, che come nel caso della villa Emo-Fanzolo fingono delle nicchie architettoniche, all’interno delle quali sono poste statue e che fingono architetture dipinte che vanno ad appoggiarsi, come le colonne, alle vere architetture murarie. Si può notare anche la modesta “tau“ del salone centrale , più evidente nella pianta dello Scamozzi, sotto a sinistra.
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